venerdì 26 agosto 2011

Astro Boy (2009): recensione del film d'animazione


Astro Boy è stato il primo cartone animato giapponese ad avere un successo planetario, collezionando un numero incredibile di estimatori da quando, nel lontano 1952 uscì il primo manga ad opera di Osamu Tezuka, creatore, fra gli altri, anche di Kimba il leone bianco e della principessa Zaffiro.  Il lungometraggio d'animazione di produzione hollywoodiana si discosta non poco dall'originale, conservando in alcuni tratti la semplicità del progetto del grande maestro giapponese ma adattando il tutto alle esigenze di grafica attuali e rendendo la storia quanto più semplice possibile per renderla strettamente di appannaggio di un pubblico composto in massima parte da bambini.  A differenza infatti dei film d'animazione più recenti di provenienza Pixar, nonostante siano tante e vaste le tematiche che si potevano affrontare attraverso la storia del robot bambino, novello Pinocchio in una realtà tristemente devastata dagli errori degli uomini,  la trama e la sceneggiatura fanno sì che la storia scorra fluida incentrata sulle vicende del piccolo Tobio - Astro Boy e che il tutto si riduca ad una classica lotta fra buoni e cattivi, fra il positivo ed il negativo, senza dilungarsi troppo sui rapporti fra uomini e robot nè sulle problematiche dei primi, divisi fra abitanti della terraferma inquinata e piena di rifiuti (la Pixar partendo da tematica simile ha realizzato un vero e proprio capolavoro, Wall-e) e quanti risiedono sulla comoda e futuristica città volante di Metrocity.
Il prodotto finale è un gradevole film per bambini, distante dall'Astro Boy in bianco e nero dei primi anime, con numerose scene ben costruite di scontri tecnologici fra il robot-mostro cattivo ed il protagonista, nulla però che possa avvicinare questo cartoon ai concorrenti coevi, nonostante il soggetto fosse di gran lunga superiore a tanti di quelli utilizzati dai maestri dell'animazione americana o giapponese negli ultimi anni.

Giudizio complessivo: @@@
Categoria: film per bambini, lungometraggio d'animazione, fantascienza

recensione n.91

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