I primi due minuti di proiezione, la dolce voce narrante ed i tetti di Roma non devono trarre in inganno: Laura Luchetti è distante anni luce da Moccia e Febbre da fieno è una gradevole ed originale commedia romantica per una regista ed autrice esordiente ma con diverse esperienze internazionali nel mondo del dietro le quinte cinematografiche.
Una folata di vento a volte può cambiare la vita delle persone, sulle ali del vento e spinte dai moti amorosi le vite dei protagonisti prendono strade impervie e poco percorse, si allontanano e si avvicinano fin quasi a toccarsi, in una Roma troppo spesso poco descritta nei film nostrani, con ampi sguardi non solo sui luoghi simbolo della città eterna ma soprattutto sui parchi e su alcune strutture ancora non protagoniste di alcuna delle tante pellicole che si girano in capitale. Febbre da fieno non è un "film piccolo piccolo ma in fondo romantico, malinconico ed idealista", come descritto nella recensione di mymovies.it, uno dei pochi grandi siti di cinema a recensire questa pellicola che è passata nelle sale cinematografiche italiane nel gennaio 2011 raccogliendo pochissimo, almeno non solo.
Anche se febbre da fieno resta ancorato a certi limiti delle commedie giovanili, anche se si nota in più punti che si tratta di un'opera prima, la bella colonna sonora, le atmosfere surreali, l'originalità indubbia di certe scene che sembrano richiamare più favolosi mondi del cinema francese che stereotipi nostrani, nonchè la capacità di stupire e sorprendere lo spettatore con risvolti inattesi nella trama, fanno sì che questo film piaccia e sorprenda, rapendo lo spettatore in un mondo fatto di vecchi dischi e parrucche, di piccoli drammi familiari e di una sorprendente voglia di vivere e ripartire a dispetto dei problemi quotidiani e delle tragedie inattese.
La diversità è trattata con leggerezza e con quella normalità che spesso manca sia nella vita reale che nella finzione cinematografica, si tratti di diversità di gusti e preferenze sessuali o legata a malattie o financo a bizzarre abitudini ed hobby.
Se i protagonisti, Diane Fleri (Camilla), coprotagonista e voce narrante del film e Andrea Bosca (Matteo), reale protagonista della pellicola, risultano più che discreti ed adatti ai personaggi che devono interpretare, il vero punto di forza di febbre da fieno è costituito dalle tante figure di contorno e dai caratteristi. Piacciono in particolare sia il piccolo Marco Todisco che, a dispetto dell'età, ha già un curriculum da attore consumato, che Mauro Ursella, che, in barba ai preconcetti sui malati down, ha frequentato diversi laboratori teatrali ed ha al suo attivo partecipazioni in fiction e spot televisivi, oltre ad aver debuttato sul grande schermo in questa pellicola. Nel cast figurano anche Giulia Michelini, Giuseppe Gandini, Camilla Filippi ed appare in alcune scene anche Angela Goodwin.
Giudizio complessivo: @@@
Il film è stato co-prodotto dalla The Walt Disney Company Italia ed ha incassato nelle sale cinematografiche italiane solo 64000 euro nel 2011 (fonte mymovies). In questi giorni - articolo scritto il 12/12/2011 - è presente nel palinsesto televisivo dei canali cinema di Sky Italia.
2 commenti:
Io l'ho trovato pessimo.. una recitazione fastidiosa da parte di tutti gli attori, banale e insensato in alcuni punti.
Insensato in più punti sicuramente... anche se la cosa mi è sembrata voluta, banale in diversi altri ma secondo me va anche valutato che si tratta di un film d'esordio e che il confronto è con un Moccia... se questo è pessimo... per Moccia e i vari scusami ma servono valutazioni da polo Nord ;)
Gli spunti interessanti ci sono secondo me
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