lunedì 16 maggio 2011

Habemus papam: recensione del film di Nanni Moretti con Michel PIccoli in gara al festival di Cannes


Con l'attesissimo Habemus papam (qui il trailer) Nanni Moretti indaga le paure e gli aspetti più umani di un anziano cardinale chiamato a sostituire un papa amato ed acclamato ed a accogliere la pesante eredità di Pietro, diventando il pontefice e la guida di un miliardo di credenti cristiano cattolici. Va scritto in principio che non si tratta affatto di un film anti clericale e che ad uscir vincitore è proprio il rigido protocollo di gestione del conclave, con la descrizione peculiare ed approfondita di tutti i passaggi e con le emozionanti immagini legate ai rituali ed all'umiltà dei singoli cardinali. Se storicamente è avvenuto più di una volta che un papa scelga di abdicare, se il personaggio cui Moretti fa riferimento è quel Celestino V che fu bollato da Dante Alighieri come colui che fece per viltade il gran rifiuto, attualizzare il dramma interiore di un papa che si sente oppresso dal peso del ruolo, far sorridere il pubblico ed al contempo farlo riflettere non era cosa semplice. 
Nanni Moretti prova ad affrontare la difficile tematica alternando scene comiche a momenti di approfondimento psicologico, il desiderio di fuga dalle responsabilità alla volontà di far del bene, la consapevolezza che le difficoltà impongono un papa che sia in grado di affrontarle e di proporre cambiamenti a quella di non essere la persona adatta allo scopo. Seguendo il girovagare per le vie di Roma del protagonista, lo spettatore ne approfondirà la psiche, ne comprenderà in parte le ragioni, fino a vivere intensamente con lui il momento delle decisioni più difficili. 
Habemus papam è sicuramente un film bello, intenso, ben alternato fra i momenti di pura ilarità legata a situazioni inverosimili ma non troppo e lunghi istanti di riflessione sulla psiche umana e sull'aspetto umano e non  religioso di chi comanda la nostra Chiesa,  una pellicola che ha portato con sè strascichi polemici e critiche favorevoli e che è stata bene accolta sulla Croisette al festival di Cannes 2011. 
Ottimo davvero Michel Piccoli, che presta il volto al cardinale Melville, mentre Moretti in questo film è sopratutto regista, diventando poco più che una comparsa nel ruolo dello psicoanalista Brezzi. Nel cast figurano anche Margherita Buy, che appare in un paio di scene, Jerzy Stuhr (che aveva già lavorato con Moretti in Il Caimano) e Renato Scarpa (fra i mille ruoli ricoperti come non citare quello del mitico Dottor Cazzaniga in Così parlò Bellavista). 

Giudizio complessivo: @@@@@

Di seguito è descritta parte della trama del film.
Alla morte di un papa amato ed apprezzato il conclave, composto da 108 cardinali, si riunisce nella cappella Sistina per scegliere il nuovo pontefice. Dopo alcune votazioni incerte viene eletto il francese Melville. All'atto però della proclamazione al pubblico dal balcone, con il classico rituale (nuntio vobis gaudium magnum... ), il nuovo pontefice è colto da un attacco di panico.  In assenza di pubblicazione del risultato dell'elezione, il conclave non può essere realmente sciolto e tutti i cardinali sono costretti a restare, senza comunicare con l'esterno, entro le mura vaticane. Ad essi si aggiunge anche il prof. Brezzi, miglior psicoanalista di Roma, chiamato ad analizzare lo stato di salute del cardinale Melville.  La decisione da parte di quest'ultimo di allontanarsi dal Vaticano sotto mentite spoglie porterà a situazioni in parte comiche, in parte paradossali.

Questa recensione verrà pubblicata anche sul "laboratorio napoletano".

1 commenti:

persogiàdisuo ha detto...

Moretti ha davvero una marcia in più, un vero autore, anche se questo film l'ho trovato un po' incompiuto, non completamente riuscito nell'alternanza dei due registri.

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