giovedì 20 ottobre 2011

I due presidenti (2010): recensione del film con Dennis Quaid e Michael Sheen


Raccontare la storia recente senza sfociare nel documentaristico è qualcosa di complesso e spesso di arduo da realizzare. Accade infatti che in pellicole come "I due presidenti", solito titolo italiano di gran lunga meno di impatto dell'originale "The Special Relationship",  l'attenzione sia talmente rivolta a far assomigliare i protagonisti ai loro omologhi reali da far trascurare alcuni elementi essenziali per la buona riuscita di un film.  Terza pellicola incentrata sulla carismatica figura di Tony Blair per lo sceneggiatore Peter Morgan e per l'attore Michael Sheen, su I due presidenti pesa il fatto di essere nata fondamentalmente per un pubblico da tv via cavo, non cinematografico, sebbene sia stata in alcuni casi, come in Italia, distribuita nelle sale cinematografiche con ben poco successo.  
La trama ricostruisce il rapporto di amicizia speciale che si instaura quasi istantaneamente fra Bill Clinton, presidente in carica degli Stati Uniti d'America ed il più giovane Tony Blair, in procinto di essere il primo laburista a ricoprire la carica di primo ministro dopo oltre diciotto anni di governo conservatore. Il punto di vista, come nelle due pellicole precedenti, è quello del leader laburista, così come sulla sua figura è fissata la cinepresa, sulla rapida crescita in termini di consenso da una parte e di consapevolezza del proprio ruolo dall'altra, nel passare da discente dinanzi alla figura dominante del grande Clinton a docente di politica a fine mandato del presidente americano.  Se il tema principale è il rapporto speciale fra i due presidenti, è indubbio che il regista, così come l'autore del soggetto e della scenografia, sia quello di descrivere la parabola non da tutti apprezzata di un leader laburista, progressista, all'apparenza idealista sognatore di un partito laburista mondiale che poi si rivelerà grande amico ed alleato del più conservatore fra i capi di stato occidentali, George W. Bush, criticato per questo anche in maniera molto dura, come accadde con la canzone di George Michael Shoot the dog. 
Non è un caso che la realtà ceda il passo alla finzione cinematografica nel passaggio di consegne fra Clinton e Bush, allorquando al Blair di Sheen si sostituirà nelle scene finali quello originale, nel primo incontro ufficiale a Camp David che sancirà una nuova e del tutto differente relazione speciale.

Oramai perfettamente simbiotico con Tony Blair, Michael Sheen riesce ad interpretare alla perfezione il personaggio politico anglosassone, meno adatto al ruolo Dennis Quaid, non simile nell'estetica e spesso fin troppo macchiettistico. Ottime nel ruolo dell first lady sia Hope Davis, Hillary Clinton, che Helen McCrory.  Fin troppo caricaturale la figura di Chirac, del tutto assenti dal panorama politico descritto nella pellicola, di produzione HBO e BBC, i protagonisti della scena italica.

Come documentario o docufiction la pellicola non è male, come film adatto ad una sala cinematografica il giudizio è invece inferiore.
Giudizio complessivo: @@1/2

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