martedì 9 novembre 2010

Giù al nord (2008): recensione del film di Dany Boon con Kad Mérad


Giù al Nord, scritto e diretto da Dany Boon,  è stato film campione di incassi e numero spettatori del 2008 in Francia,diventando il secondo film più visto di sempre nelle sale cinematografiche d'oltralpe, superato solo  da Titanic.  Motivo del grande successo il modo con cui il bravo Dany Boon, sceneggiatore, regista e protagonista della pellicola, tratta il delicato tema degli stereotipi con cui la gente del Sud (la provenza e le regioni mediterranee) guarda quelli dell'estremo nord francese, quel Nord Pas de Calais al confine con il belgio i cui abitanti parlano un dialetto che mescola francese e fiammingo, risultando ben poco comprensibile ai francesi delle altre regioni. Il titolo originale del film (Bienvenue chez les Ch'tis)  fa infatti riferimento proprio al dialetto franco-fiammingo.  Nonostante la traduzione ed il doppiaggio in questo caso come in altri in cui si gioca con le differenze di idioma non sia stato semplice e non renda - probabilmente - quanto l'originale, anche in versione italiana questo film risulta piacevole, divertente e godibilissimo ed ha riscosso tanto successo dal convincere i produttori italiani a realizzare solo due anni dopo l'uscita nelle sale italiane un remake - Benvenuti al Sud - che da settimane  è protagonista del botteghino italiano. 

Ottimo Kad Mérad, eccezionale Dany Boon sia nelle vesti di protagonista che di sceneggiatore e regista: il suo personaggio è un anti eroe che, fra una gag ed una risata,  restituisce allo spettatore numerosi punti di riflessione sia sui limiti di certi preconcetti che su alcuni malesseri propri di chi vive in questo secolo.

Fra una risata e l'altra sono numerosi gli spunti di riflessione, le demolizioni degli stereotipi comuni, le scene romantiche e profonde.  Non c'è personaggio che non partecipi attivamente a creare nello spettatore l'immaginario di una realtà, quella dei piccoli paesi che si affacciano sul mare del nord, magica e reale allo stesso tempo, personaggi forti e temprati dall'antico lavoro nelle miniere, unici in quanto punto di incontro di culture e tradizioni profondamente differenti, romantici e scanzonati.   Chi ha visto Benvenuti al Sud e non l'originale resterà stupito nel notare che buona parte dei dialoghi e delle battute, oltre che all'intero canovaccio della trama, noterà che il film italiano ricalca in toto quello francese.

Giudizio complessivo: @@@@@

Il trailer è già stato pubblicato qui

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