lunedì 27 dicembre 2010

I soliti ignoti (1958): recensione in ricordo di Mario Monicelli

In memoria del grande Mario Monicelli, scomparso all'età di 95 anni il 29 novembre 2010, non posso non proporre la recensione di uno dei suoi film più noti, quel "I soliti ignoti" del 1958 che rientra fra i capolavori  e che segna la nascita della commedia all' italiana ed ha ispirato decine di pellicole negli anni a seguire. 

E' inutile descrivere nel dettaglio la trama, che sarà nota ai più. Quel che preme al sottoscritto sottolineare è la maestria con cui Monicelli riuscì a descrivere una Roma ben lontana da quella che pochi anni dopo sarebbe diventata protagonista del capolavoro di Fellini, la Dolce Vita, e la capacità di far sorridere e divertire raccontando una storia sotto molti aspetti tragica, più vicina alle pellicole neorealiste che alla classica visione della commedia tutta da ridere e macchiettistica fino a quell'epoca presentata al pubblico italiano.
I soliti ignoti, con i propri vizi, le proprie caratteristiche a tratti parodistiche, narrano di una Roma vera, fragile, povera, di un popolo che da una parte è alla ricerca disperata di un lavoro e dall'altra è spesso ben lungi dall'esser pronto a faticare per conquistarsi il sudato pasto a fine giornata.   Se Capannelle (Carlo Pisacane) è l'icona di un certo modo di esser ladro, povero e vestito di stracci, se Dante (un limitato ma sempre grande Totò) rappresenta degnamente i furbi che riescono a ricavar quattrini sia dagli onesti -rubando- che dagli stessi ladri - cedendo a pagamento stille di dubbia sapienza e furbizia ladronesche -, i personaggi che fanno riflettere lo spettatore ancor prima che farlo sorridere sono Mario, Peppe e Michele, i giovani  che vivono in un limbo fra il lecito e l'illecito, fra l'onestà di un lavoro vero ed il denaro facile ma sporco.
Mario rinuncerà al colpo per dimostrare a Michele di essere un buon partito per la sorella, trovando un lavoro onesto e restando vicino alla mamma, perchè di mamma ce ne è una sola a meno che, come nel suo caso, non si venga dall'orfanotrofio e di mamme ce ne siano addirittura tre, le tre dipendenti che l'han cresciuto, fra le quali figurava "Sora" Lella Fabrizi. Peppe (Vittorio Gassman) metterà a repentaglio il colpo per non imbrogliare la giovane Nicoletta ed alla fine, seppur per puro caso, si troverà inevitabilmente assunto in un cantiere, Michele (Marcello Mastroianni), da fotografo un po' sfortunato qual'è, accetterà di buon grado di mangiare pasta e ceci invece che rischiare di essere arrestato a fine colpo, resosi conto dell'impossibilità di portare a termine la rapina perfetta.

Sono diverse le scene da cineteca, di quelle indimenticabili che vengono riproposte in continuazione su youtube od in televisione. In molti, fra i blogger cinefili, in omaggio al grande regista scomparso hanno riproposto gag e scene tratte da "I soliti ignoti". 

L'insieme dei personaggi, compreso Cosimo che muore tentando di compiere uno scippo per risalire la china dopo l'uscita di galera (per amnistia, perchè in Italia ogni tanto c'è un'amnistia recita un cartello nel film), compresi gli stereotipati fratelli siciliani Michele (Tiberio Murgia, morto appena tre mesi fa) e Carmelina (una bellissima Claudia Cardinale), compresa anche la "servetta" Nicoletta pronta a fingersi padrona di casa e figlia di militare per colpire gli aspiranti pretendenti, sono entrati nell'immaginario comune ed hanno contribuito a rendere immortale questo piccolo capolavoro della commedia all'italiana.

Giudizio complessivo: @@@@@@

2 commenti:

Alessandra ha detto...

Cito così a memoria: "Che ce sta un certo Mario in queste zone?"
"Ma ce ne saranno 100!"
"Ma questo qua è uno che ruba!"
"E sempre 100 sò!".

Meraviglioso.

Fabrizio Reale ha detto...

meraviglioso davvero... uno di quei film che ha fatto scuola davvero...

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