lunedì 12 settembre 2011

Mozzarella Stories: trailer, trama e note di produzione sul film in uscita il 23 settembre

Luisa Ranieri in una scena del film Mozzarella Stories

Prodotto da Eagle Pictures, Bavaria Media Italia e Centro Sperimentale di Cinematografia Production, uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 23 settembre 2011 "Mozzarella Stories", un film di Edoardo De Angelis. Nel cast figurano, fra gli altri, Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Andrea Renzi, Giovanni Esposito, Tony Laudadio, con Gianpaolo Fabrizio e la partecipazione di Aida Turturro, la  Janice Soprano della serie televisiva HBO I Soprano, cugina degli attori John e Nicholas Turturro.
 Il sottotitolo, "una commedia malavitosa a base di caglio", aiuta a delineare quale sia l'argomento principale su cui è incentrata questa pellicola, la mozzarella, quello che un tempo era definito l'"oro bianco" ed i rapporti fra la malavita e questo ottimo e prelibato formaggio fresco DOP. 
Ecco il trailer di Mozzarella Stories:



Seguono una serie di contenuti aggiuntivi, note di produzione e curiosità che sono state inviate al sottoscritto e  che volentieri pubblico:

MOZZARELLA STORIES – SINOSSI

Una Commedia malavitosa a base di caglio

Nel regno delle mozzarelle, Ciccio DOP (GianpaoloFabrizio) è il signore assoluto di un candido impero in cui lui è il ‘casaro’, ovvero il produttore di formaggio più importante.
Dopo anni di dominio incontrastato, Ciccio DOP si trova ad affrontare una crisi senza precedenti che lo vede precipitare in una guerra di mercato contro dei misteriosi imprenditori cinesi. Questi ultimi hanno, infatti, invaso improvvisamente supermercati e ristoranti con una mozzarella di ottima qualità, di sapore eccellente e, soprattutto, a metà prezzo…
Di fronte al rischio concreto di finire rovinato, la reazione di Ciccio DOP scatena una serie di eventi con cui dovranno fare i conti in prima persona sua figlia Sofia (Luisa Ranieri), una donna affascinante e carismatica; il cantante confidenziale Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), nonché la sua vecchia partner e amore mai dimenticato Autilia “Jazz – Mood” (Aida Turturro) e l'ex campione di pallanuoto  Dudo (Massimiliano Rossi).
All’orizzonte si stagliano le complicate pretese dell’inquietante Mastu Pascale, la violenza letale di Gravinio (Tony Laudadio) e la follia melodrammatica di Gigino a' Purpetta (Giovanni Esposito).
Nel momento più difficile, però, il lucido Ragioniere (Andrea Renzi) offrirà una serie di ottimi consigli, mentre un’enigmatica quanto saggia massaggiatrice cinese mostrerà a Sofia la strada per riuscire a creare qualcosa dal nulla e arrivare laddove nessuna donna era mai riuscita prima di lei.



EDOARDO DE ANGELIS STORY: Note di Regia

Caserta & Me
Ho vissuto a Caserta dal 1988 al 2001.
Ho assistito all’apice e al declino delle eccellenze di questa città: la Democrazia Cristiana, il basket, il calcio, la pallanuoto, l’edilizia, la prima generazione del clan dei casalesi mi sono passati davanti con entusiasmo e dignità, senso di orgoglio e violenza.
Mi ha sempre colpito la tendenza, che hanno molti in città, ad arrivare ad un passo dal successo per poi crollare clamorosamente: la squadra di basket che vince lo scudetto e l’anno dopo fallisce, la squadra di calcio che agguanta la serie B e l’anno dopo fallisce, la squadra di pallanuoto che, mentre sta per mettere il piede in serie A, fallisce!
Antonio Pascale definisce Caserta come una città dove ognuno, prima, “era qualcos’altro”. Una città di “ex”.
A me sembra, invece, una città di ex “quasi”.
Atleti che sono arrivati “quasi” in serie A, altri che hanno “quasi” vinto uno scudetto, altri ancora che sono stati, un tempo, “quasi” felici.
Uomini e donne di tutto il mondo possono arrivare a comprendere e perfino a ‘condividere’ questo sentimento: ognuno di noi può capire cosa significa essere stato, una volta nella vita, “quasi” qualcosa o qualcuno, per poi diventare qualcosa, qualcun’ altro o, più probabilmente, nessuno.

Caserta & la Mozzarella
Ogni uomo, donna o bambino che si trovi a mettere piede sul suolo di Caserta, lo fa con le papille gustative in fibrillazione e in testa un unico pensiero: la Mozzarella.
La bontà di questo formaggio fresco a base di latte di bufala è rinomata in tutto il mondo. Chi possiede terre, bufale ed è in grado di estrarre il loro prezioso latte, detiene una fortuna tale da potere parlare di “Oro bianco”.

Mozzarella Stories & Noi
Durante gli anni trascorsi a Caserta, ho osservato con scrupolo e curiosità il modo di essere e di vivere che avevano le persone che mi circondavano.
E' da queste persone in carne ed ossa che nascono i personaggi inventati di Mozzarella Stories:
Ciccio DOP  al momento si trova a dover fronteggiare una Guerra di mercato contro aggressivi produttori di mozzarella cinese.
Dudo, ex campione di pallanuoto slavo, lavora oggi senza successo per la società di recupero crediti di Ciccio DOP.
Angelo Tatangelo, idolo neomelodico di matrimoni e comunioni, è scomparso: al momento si trova bloccato sotto il corpo enorme, inamovibile e morto della sua antica partner e amore mai dimenticato Autilia Jazz Mood.
A fornire a questi personaggi una via d’uscita ci penserà Sofia, figlia di Ciccio DOP, cresciuta senza chiedersi mai prima d'ora quale fosse il prezzo da pagare per la  sua vita agiata.
Sarà lei a trovare una collocazione per tutti, in questo o quell’altro mondo.
Il tono è quello della commedia.
Seguendo lo stesso percorso iniziato dalla tradizione della commedia all'italiana, intendiamo raccontare personaggi che si ispirano alla realtà ma la superano in quanto frutto di finzione.
Si tratta di figure quanto meno eccentriche, costruite in prospettiva comica, ma che vanno rappresentate ponendo al centro la verità di cui sono portatori in quanto esseri umani.

Un film d’ensemble
Per raccontare questa storia avevo bisogno di attori e attrici cui potere affidare ruoli complessi e, in apparenza, sopra le righe, mentre in realtà fortemente radicati non solo nel mio immaginario, ma anche in quello di una terra come la Campania dalle grandi tradizioni.
In questo senso sono stato molto fortunato a potere, tramite questo progetto, mettere insieme personalità e talenti diversi: come, ad esempio, quello di Luisa Ranieri per la prima volta in un personaggio dinamico e determinato, come quello di Aida Turturro al suo primo film in Italia e come quello di Gianpaolo Fabrizio per la prima volta davanti alla macchina da presa di un film destinato al grande schermo.
Mozzarella Stories è un insieme di “prime volte”, inclusa, ovviamente, la "mia”: un punto di partenza comune per raccontare qualcosa di moderno, ma dal sapore antico.

Perché Mozzarella Stories?
È da quando ho girato il mio primo fotogramma che in qualche modo mi preparo a questo film. Da allora sono trascorsi dieci anni e in tutte le piccole storie vere e inventate che ho raccontato c’è un tassello che è poi andato a comporre il puzzle di Mozzarella Stories. Ricordo che l’idea del film è nata con una domanda che ho fatto allo sceneggiatore De Pascalis: “Che succede se tutti cercano qualcuno che non si trova perché è rimasto incastrato sotto il corpo morto di un’amante enorme?”
Questa immagine rappresenta per me una sorta di immagine guida che mi ricorda la prospettiva che intendo fornire a questo racconto.
La mia idea di spettacolo prevede l’accoglienza del pubblico nel salottino buono dell’idea già nota e in alcuni casi anche del luogo comune. Solo lì, quando è a suo agio, egli è pronto a idee nuove, shock e sorprese. È mentre sta ridendo che intendo fare in modo che versi una lacrima di commozione ed è proprio mentre la lacrima sta scivolando, che intendo metterlo nelle condizioni di abbandonarsi ad una risata “liberatoria”.



NOTE DI PRODUZIONE

“Tutto è nato dalla domanda che io e lo sceneggiatore Devor De Pascalis ci siamo posti riguardo a quello che succederebbe se un giorno qualcuno scomparisse non perché è morto, bensì perché è rimasto bloccato sotto il corpo della sua ‘voluminosa’ amante, deceduta, presumibilmente ‘felice’, durante un amplesso. Il soggetto del film ha preso il largo dall’idea di volere raccontare una storia che avesse al suo centro un motore narrativo ‘immobile’ ovvero un corpo abbandonato su un altro corpo che cerca di sfuggire. Intorno a questa immagine ‘suggestiva’, abbiamo voluto sviluppare un sistema di fili narrativi che, però, partono da personaggi veri.” Il regista Edoardo De Angelis racconta così l’elemento scatenante il suo primo lungometraggio intitolato Mozzarella Stories, un film in cui il regista fa i conti con Caserta, la città dove è cresciuto. Un’esplorazione divertita e visionaria, del proprio immaginario personale con cui è cresciuto e che, come dimostrano anche i suoi cortometraggi, è diventato materia perfetta per un cinema ricco di fascino e di forti suggestioni. “Tutti i personaggi presenti nel film mi sono, in un certo senso, ‘noti’.” Continua il regista “Ciascuno di loro è, infatti, riconducibile ad una o più persone che ho avuto modo di conoscere nella mia vita. In più ho giocato a pallanuoto per molti anni e ho frequentato l’ambiente musicale della città. Tutti questi elementi mi hanno permesso di sviluppare, nel corso del tempo, il tessuto narrativo alla base prima del soggetto, poi della sceneggiatura e adesso del film.  Prima ancora di diventare un racconto unico ed unificante, Mozzarella Stories è stato un insieme di personaggi e di storie che mi sarebbe piaciuto potere raccontare.”

Protagonista femminile del film è Luisa Ranieri, attrice per cui il film è stato scritto da Edoardo De Angelis insieme a Devor De Pascalis, a Barbara Petronio e Leonardo Valenti “Mi sono sentita molto lusingata quando ho scoperto questa cosa.” Dice orgogliosa l’interprete napoletana “All’inizio ero perfino un po’ spaventata di potermi esprimere in un personaggio pensato per me.” Continua l’attrice “Basta dire che quando interpreto certi film perfino i costumi sono pensati per ‘abbassare’ la mia fisicità che, riconosco, appartiene ad altri tempi e può risultare difficile, perché non troppo ‘moderna’. Quando Edoardo mi ha comunicato di avere scritto il personaggio pensando a me, mi sono resa conto che lui ha colto certe sfumature che, fino adesso, non avevo ancora avuto modo di esprimere.”
Mozzarella Stories è dominato da figure di donne uniche e tutte, a modo loro, affascinanti. Una celebrazione della femminilità  fortemente voluta dal regista “Ho sempre adorato l’universo femminile in quanto dolorosamente consapevole di non riuscire a comprenderne fino in fondo il mistero.” Dice ridendo De Angelis “Cercando delle radici realistiche nella storia inventata che stavo raccontando non riuscivo a trovare, negli uomini che ho conosciuto, nessun modello reale per costruire un personaggio maschile con le qualità che volevo potere raccontare. Così ho capito che questo ruolo doveva essere ricoperto da una donna con il suo elemento alieno, imponderabile e misterioso che consente agli esseri di sesso femminile di essere più ‘visionari’ degli altri e di trascendere, modificando la realtà così come la conosciamo. La mia è solo e soprattutto una fantasia cinematografica.”
Una fantasia la cui solida e delicata complessità affascina Luisa Ranieri “In Mozzarella Stories, nonostante il regista sia un uomo, i maschi sono certamente tutti, chi per un verso, chi per un altro, dei “mostri”. E’, semmai, l’elemento femminile a portare un certo senso di progresso. Le donne sono, invece, tutte molto concrete. Anni fa ho interpretato un personaggio che diceva ‘le donne non fanno la guerra’. Sofia riprende quella filosofia e quella visione del mondo: le donne non amano la distruzione, ma preferiscono creare prospettive e costruire la possibilità di avere nuove prospettive.”

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche l’antagonista Autilia portata sullo schermo in maniera sempre straordinaria e carismatica da Aida Turturro che De Angelis ha voluto fortemente per il ruolo dell’amante tradita e abbandonata che il marito di Luisa non riesce, però, a dimenticare. “Autilia è una figura, almeno in parte, romantica.” Spiega l’interprete italo – americana “Questa donna, infatti, è una figura perfetta, perché la sceneggiatura di Edoardo ce ne restituisce in pieno la psicologia. Ne conosciamo il passato, i dolori per essere stata abbandonata e ne apprezziamo la generosità quando il suo ex torna ad avvicinarsi a lei. Autilia è una persona molto vulnerabile ed è sempre interessante portare sullo schermo una donna che ha diverse sensibilità dentro di sé e qualche contraddizione. Non è difficile, ovviamente, interpretare qualcuno che ha il cuore infranto…quello è semplice, anzi…quale donna che non ha mai conosciuto il dispiacere?”

Anche Sofia da ‘amante’ diventa ‘tradita’, una situazione che cinematograficamente diverte molto Luisa Ranieri “E’ la prova che l’amore non appartiene alla sfera dell’estetica, ma a qualcosa di più profondo che ha a che fare con scambi ed intese molto peculiari e personali. Il mio personaggio è sempre “super”: super dinamica, super vestita, super in forma e suo marito cosa fa? Le dice ‘Sofia mangia un po’, perché sei troppo magra!”. Una battuta fantastica, perché sintetizza il desiderio di qualcosa di più accogliente rispetto ad una moglie nevrotica che si alza, fa ginnastica ed è sempre ‘a tremila’. “ Edoardo De Angelis commenta: “Le donne sono, oggi, in grado di potere fare tutto e di gestire organizzazioni complesse molto meglio di quanto facciano gli uomini. In particolare le donne campane e napoletane hanno quel livello di risolutezza e libertà che, alle volte, risulta soverchiante rispetto a quello della loro controparte maschile. Gli uomini fanno fatica ad andare oltre con il proprio sguardo alle dinamiche esistenti. A differenza, invece, di quanto succede con le donne che riescono a preconizzare gli sviluppi e i cambiamenti del futuro. Sono sempre stato fortemente sedotto dalla risolutezza e dalla capacità femminile di fare sempre e comunque come gli pare.”

Storia di donne, di mozzarelle, di camorra, ma anche di un’umanità smarrita e un po’ lacerata, il film di Edoardo De Angelis esplora un mondo malinconico e pieno di ironia dominato dalla consapevolezza che tutto sia, in qualche maniera, destinato a ‘finire’. “Ne La città distratta lo scrittore e giornalista Antonio Pascale spiega come la mozzarella con la sua struttura e la sua porosità descriva benissimo, definendolo, il carattere degli abitanti di Caserta. Senza il libro di Pascale non ci sarebbe questo film, in quanto lui, con i suoi ragionamenti e le sue idee, ha profondamente colto il senso del mio immaginario e non solo. Basti pensare che la recente riedizione del libro porta una prefazione di Roberto Saviano, un mio coetaneo che frequentava il liceo scientifico negli stessi anni in cui andavo al liceo classico, che dice ‘Senza La città distratta non ci sarebbe stato Gomorra’.  Inoltre, quando ho scritto il soggetto che parlava di mozzarella cinese, i produttori mi guardavano con sospetto pensando si trattasse di fantascienza. Poi, però, i fatti di cronaca mi hanno dato ragione…”

Luisa Ranieri è entusiasta del lavoro svolto sul set dal regista e dal suo team “Quando ho ricevuto il copione sono rimasta impressionata dal fatto di avere davanti qualcosa di differente rispetto a quanto leggo in genere. E’ davvero un’altra cosa e io ho avuto grande fiducia in questo regista: Edoardo ha dimostrato subito di avere le idee chiare per sfruttare al meglio una sceneggiatura molto bella. Ho avuto la sensazione di fare parte di un film che fosse sospeso tra l’action movie e la commedia all’italiana che risentisse dell’influenza di registi come Tarantino e Almodovar. C’è un po’ di tutto nel DNA di Mozzarella Stories e io, come napoletana, sono molto felice di avere recitato in questo progetto: Caserta e i suoi abitanti ne escono bene in una storia dove il male muore e il bene cresce grazie al confronto e al dialogo con il diverso.”
Un film originale, che secondo il suo autore è lo specchio di qualcosa di profondo “Credo che se un film deve assomigliare a qualcosa, allora deve essere simile alla vita. Un’esistenza degna di essere raccontata è fatta di momenti drammatici e anche di situazioni divertenti.” Conclude De Angelis “Non ho ispirazioni di tipo cinematografico o letterario. Non più ormai, perché i personaggi si sono stratificati dentro di me. Quando immagino i protagonisti della storia che voglio raccontare,  penso a loro come se fossero persone vere e realmente esistenti. Spero che questo accada anche a chi li guarda muoversi, amare, soffrire, uccidere e sopravvivere sul grande schermo.”

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