Esistono pellicole avvolte da un'aura romantica magica, resa possibile dal difficile connubio fra una fotografia perfetta, un'ottima colonna sonora, una trama coinvolgente e la bravura dei protagonisti principali. Il profumo del mosto selvatico, A Walk in the clouds il titolo originale, è un gradevole film romantico del 1995 che racchiude tutti i clichè del genere melò.
Con la doverosa premessa che le pellicole di tal genere possono risultare fin troppo melense, va scritto che le tante e diverse tematiche affrontate in questo remake di un film italiano del 1942 (Quattro passi fra le nuvole con Gino Cervi), la presenza di un cast di assoluto livello che mescolava grandi attori del passato e giovani promesse, l'ottima fotografia in grado di trasformare i panorami agresti in dipinti degni dei macchiaoli contribuiscono a far sì che il film piaccia e non poco agli amanti del genere e possa risultare interessante anche per chi in genere non gradisce tale tipologia di pellicole.
Unica nota davvero negativa la solita cattiva abitudine dei "titolisti" italiani di stravolgere il senso dei titoli dei film stranieri, in modo tale che si debba passare da "Una passeggiata fra le nuvole" a "Il profumo del mosto selvatico". In effetti il legame con la terra, l'amore verso la tradizionale gestione del ciclo dell'uva, quel trattare la vendemmia con sacralità portano al centro della narrazione l'uva ed il vino, anche se la trama è principalmente ordita intorno alle vicende dei due giovani protagonisti, intenti entrambi a camminare sulle nuvole dei sogni per allontanarsi da una realtà indigesta e mal tollerata.
Con la doverosa premessa che le pellicole di tal genere possono risultare fin troppo melense, va scritto che le tante e diverse tematiche affrontate in questo remake di un film italiano del 1942 (Quattro passi fra le nuvole con Gino Cervi), la presenza di un cast di assoluto livello che mescolava grandi attori del passato e giovani promesse, l'ottima fotografia in grado di trasformare i panorami agresti in dipinti degni dei macchiaoli contribuiscono a far sì che il film piaccia e non poco agli amanti del genere e possa risultare interessante anche per chi in genere non gradisce tale tipologia di pellicole.
Unica nota davvero negativa la solita cattiva abitudine dei "titolisti" italiani di stravolgere il senso dei titoli dei film stranieri, in modo tale che si debba passare da "Una passeggiata fra le nuvole" a "Il profumo del mosto selvatico". In effetti il legame con la terra, l'amore verso la tradizionale gestione del ciclo dell'uva, quel trattare la vendemmia con sacralità portano al centro della narrazione l'uva ed il vino, anche se la trama è principalmente ordita intorno alle vicende dei due giovani protagonisti, intenti entrambi a camminare sulle nuvole dei sogni per allontanarsi da una realtà indigesta e mal tollerata.
A differenza della pellicola originale, la versione di Hollywood vira più sul melò garantendo un lieto fine inatteso degno dei migliori film romantici.
Punto di forza di questa pellicola, ben diretta da Alfonso Arau, è nel variegato cast, con un bravissimo Giancarlo Giannini nel ruolo del patriarca messicano ed Anthony Quinn in una delle sue ultime apparizioni sul grande schermo. Accanto ad un ancora giovane Keanu Reeves, già proiettato nell'olimpo di Hollywood da Point Break e Speed, c'è la bella Aitana Sánchez-Gijón nei panni della giovane studentessa sedotta ed abbandonata dal proprio professore.
giudizio complessivo: @@@@
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