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sabato 24 luglio 2010

Il grande sogno (2009) recensione del film di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca e Luca Argentero

Il Grande Sogno di quanti hanno vissuto il 1968 visto con lo sguardo un po' attonito, un po' critico, molto perplesso di un giovane poliziotto figlio di braccianti:  il film di Michele Placido che ha come protagonisti Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca e Luca Argentero ed al cui interno compaiono diversi camei di noti attori italiani, può essere riassunto in queste poche parole.  Che poi lo sguardo  del giovane Nicola, intepretato da un bravo Riccardo Scamarcio,  sia quello del regista e sceneggiatore è facile da intuire: uguali le origini (la Puglia), uguale la divisa  da poliziotto indossata durante gli scontri di Valle Giulia, uguale il percorso di vita  da poliziotto ad attore.    Narrare vicende storiche italiane ancora troppo vicine nel tempo è qualcosa di complesso ed è ovvio che il prodotto finale, per quanto apprezzabile ed intenso, corrisponda ad una visione soggettiva legata al come il regista abbia vissuto quella determinata epoca.  Nel film ci sono tutte le tematiche legate al 1968 ed ai "sessantottini" ed ogni personaggio presente nella trama si rifà a diversi stereotipi già noti:   il giovane politico idealista, l'intellettuale riformista, il giovane che viene affascinato dalla lotta violenta piuttosto che da manifestazioni pacifiche, gli agenti di polizia in massima parte violenti, etc. Che il film sia bello e che sia piacevole seguirne la trama durante le quasi due ore di programmazione è indiscusso, che forse si tratta di un'occasione mancata per uno sguardo meno superficiale sul 1968 è però altrettanto evidente: gli ideali, le lotte, gli scontri sociali risultano  alla fine  niente altro che lo sfondo all'interno del quale si snodano le vicende del triangolo amoroso Nicola-Laura-Libero.

Buone le interpretazioni di Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, discreta quella di Luca Argentero fra i protagonisti principali. Discreto in un ruolo da co-protagonista il figlio di Michele Placido,  Marco Brenno, già volto noto per le apparizioni in fiction televisive (tutti pazzi per amore) e in precedenti lavori del padre.  Piacevole la presenza in pochi spezzoni di Silvio Orlando, antiquato capitano intento a recitare il conte di Carmagnola dinanzi ad uno sbigottito Nicola (Scamarcio) colpevole di essere appassionato di autori  "comunisti" quali Camus e Brecht. 

Giudizio complessivo: @@@@

Film non adatto ai bambini per i temi affrontati e per alcune scene di nudo e sangue.

Altre due recensioni a caso fra i tanti blog di cinema:
cinema4stelle e il cinemaniaco

giovedì 15 luglio 2010

Ricatto d'amore (2009) recensione del film con Sandra Bullock e Ryan Reynolds


Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 3 settembre 2009, Ricatto d'amore rappresenta un'ottimo mix fra la classica storia d'amore ambientata a New York ed una commedia degli equivoci basata sulle differenze di abitudini, opinioni e comportamento fra chi vive nella grande metropoli e chi invece è cresciuto in realtà completamente differenti, legate a tradizioni ed usi di una determinata provincia o regione interna e rurale.  Diretti da Anne Fletcher , al terzo impegno come regista dopo Step Up e 27 volte in bianco e con lunga esperienza in ambito delle coreografie cinematografiche (Missione Tata, 40 anni vergine, etc.), Sandra Bullock e Ryan Reynolds  bene interpretano i ruoli loro assegnati ed in particolare è evidente quanto il neo premio Oscar per The Blind Side sia a proprio agio in frizzanti commedie romantiche.  La trama mescola generi a loro modo classici della commedia made in Hollywood, alternando i luoghi comuni legati alle storie d'amore che nascono in ambito lavorativo nella caotica New York al richiamo per le tradizioni più classiche quali l'amore per la natura e la forza dei legami familiari più proprie delle commedie ambientate in luoghi rurali o comunque lontani dalle metropoli.  In tal senso, la lontana e remota Alaska offre di suo occasioni per scene particolari e panorami mozzafiato.
La visione del film nel suo complesso è piacevole, con alcune scene divertenti ed il percorso che porterà i due protagonisti dall'odio all'amore è ben congeniato.  Oltre ai due protagonisti vanno segnalate le performance di un'ottima Betty White nel ruolo di una nonna fin troppo arzilla che alterna balli rituali a serate in locali notturni e di Mary Steenburgen che interpreta la madre del protagonista principale. A differenza di quanto accaduto nel precedente lavoro con la Fletcher (27 volte in bianco), in questo caso il ruolo di Malin Akerman è decisamente più marginale.  Da non perdere le scene finali del film proposte insieme ai titoli di coda.

Giudizio complessivo: @@@

L'opinione di altri blog / siti di cinema:
cineblog - mymovies 

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