domenica 10 ottobre 2010

2012 (2009) recensione del film di Roland Emmerich con John Cusak


Con 2012 Roland Emmerich torna dietro la macchina da presa per girare un film catastrofico con un ampissimo utilizzo di notevoli e stupefacenti effetti speciali, come aveva già fatto tredici anni prima con l'altrettanto noto Indipendence Day.
Se nel classico del genere del 1996 la trama era basata sull'invasione della Terra da parte degli alieni, in questo caso prende spunto dalle teorie in base alle quali il 21 dicembre 2012, data in cui termina il calendario Maya, avverrà una catastrofe tale da modificare il pianeta intero.

Gli effetti speciali sono davvero  ben congeniati:  il regista può letteralmente far sprofondare buona parte del pianeta nell'oceano e creare delle onde anomale in grado di sovrastare le catene montuose più alte; la trama e l'intera pellicola risultano invece del tutto fagocitate insieme ai grattacieli ed alle strade della California, sommerse dalla profusione di effetti speciali.

La necessità di creare i presupposti affinchè il pubblico possa comprendere il proseguo della narrazione fa sì che i primi minuti possano risultare spezzettati. Il rapido susseguirsi di cataclismi, di contro, proiettano lo spettatore all'interno dell'aereo guidato dai protagonisti, in scene che ricordano i migliori film ambientati nello spazio, con aeroplanini turistici o giganteschi e vecchissimi Antonov di sovietica memoria che sembrano più agili del Millenium Falcon dell'Harrison Ford di Star Wars.

Nel mezzo di scene incredibili ed inverosimili, pur non perdendo mai di vista la fuga rocambolesca dei protagonisti, sotto i cui piedi la terra trema e si spacca, accanto, davanti e dietro i quali le strade sprofondano senza mai danneggiarli o sfiorarli davvero, il regista prova ad inserire altri filoni narrativi ed alcuni messaggi diretti allo spettatore. Oltre alla classica descrizione del presidente americano come padre esemplare, eroe e tanto coraggioso da non lasciare la nave - in questo caso la nazione intera - mentre affonda, compaiono diversi stereotipi.  Gli italiani, in questo caso come raramente nei film americani, non sfigurano in quanto il regista ha deciso di far morire il primo ministro in mezzo alla folla di piazza San Pietro, insieme alla moglie ed ai figli piccoli, intento a pregare, unico, insieme al presidente degli States, fra i capi di stato del g8 a non salire sull'arca della salvezza ma ad aver scelto di morire insieme ai propri compatrioti. Quasi ridicola la fine scelta per il presidente degli USA, scampato al terremoto, seppellito insieme ai resti della casa bianca sotto una gigantesca portaerei scaraventata proprio in quel punto dalla forza della marea.

Discreta la prova dei protagonisti. Fra i diversi film del regista visti in questi ultimi anni forse questo  è quello che mi ha impressionato di meno.

Giudizio complessivo: @@@1/2

Per la trama rimando alla pagina su wikipedia.

il trailer:

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